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A piedi scalzi dentro l'anima.

 

Edizione AKKUARIA 2013 febbraio

 

Presentazione dell’autore

Ho tolto le scarpe per camminare scalzo dentro l’anima. Deciso a scoprire quel profondo che è in me, ho scavato con un cucchiaio di vetro come un minatore, illuminato dalla torcia della mia passione, quella di scoprire l’amore che è dentro di me. Nelle mie precedenti raccolte ho evidenziato l’amore e la leggerezza, in questa nuova raccolta scopro finalmente quel profondo che vuole farsi conoscere. La consapevolezza mi ha avvolto come il miele e sono stato catapultato in una dimensione quasi onirica. Con molta fatica ho raccolto queste parole, facendo una selezione di quelle emozioni che rispecchiavano me stesso in questo periodo difficile. Nel trascrivere su questa silloge le mie emozioni ho preso a calci un po’ il mondo che mi circonda, la rabbia di vedermi catapultato in un mondo che ignoravo, ma sapevo l’esistenza. Ho scoperto la semplicità, la naturalezza, utilizzando parole semplici e dirette portando alla luce reperti arcaici del mio dentro. Come un pellegrino ho girato negli anfratti della montagna magica e sacra, ho scoperto sentieri e sassi nuovi, ho parlato con le foglie e con il vuoto raccogliendo i rumori della vita. Immerso in quel silenzio, la mia mente ha girovagato cercando la giusta via per raggiungere l’anima, quella parte nascosta che forse molti non hanno e altri ignorano d’avere. Il mio viaggio è iniziato dal punto più alto, dove una volta le aquile predominavano i cieli. In quel quadraro (zona simile a un quadrato dove un tempo, le aquile amavano nidificare) ho scritto sul libro di vetta le emozioni che come nuvole si sono dissolte miscelandosi con l’aria. Mi sono calato in una piccola cavea, dove mi sono riposato prima di iniziare la strada della vita, così è nominato quel sentiero percorso oggi da tante persone. Ho lasciato sulla via molti ricordi molte cose che oggi posso dire inutili e ho camminato verso quel limite che non avevo mai osato oltrepassare. Dapprima con passo silenzioso e poi scalzo e nudo. Il motivo che ha dato voce a queste parole, sono situazioni contingenti alla precarietà, in cui questo nuovo vivere sociale ci ha portato. Precarietà su tutti i fronti, lavoro, amore e cognizione emotiva. In questo percorso si è costretti a cambiare continuamente strategia, creando possibilità, come un hobby per i ricchi spensierati. Come baroni plebei si sono accaparrati la certezza sulla nostra costretta trasformazione facendoci scivolare molte volte nel ridicolo, limite della dignità. Auguro ai lettori una libera e semplice evasione che le mie parole riusciranno a dare, e in molte occasioni a riconoscersi con le emozioni provate. Una corsa contro il tempo, contro il denaro, il nuovo DIO per molti, camminando fra gli attimi di quei momenti come uno speleologo mi sono calato nei calanchi più bui tra muffa e licheni, portando alla luce i pensieri arcaici e primordiali e ho capito da dove vengo solo così posso ora capire dove andare.

© La fiaba del pensiero .

 

Soffice come il vento di primavera

s’assopisce quel pensiero stanco.

Come la fiaba dell’ultimo pensiero

tutto si illumina sotto i colpi

di un amore complicato.

Una fiaba vera a metà

come quel mare di mezzo

che non sa di essere oceano

e crede nel gentile dono delle piogge.

Strade deserte

coperte da ciottoli bianchi

dove fili d’erba

cercano lo spazio verso il cielo.

Lì in quegli anfratti

si mescolano quei meravigliosi sogni

che hanno fatto di una storia

un amore

da cui dipende quel mio cuore

che ha cancellato ogni memoria.

Quel pensiero al futuro è già arrivato

inutile ogni rincorsa

per prendersi un po’ di passato non vissuto.

Sopra i mattoni di una chiesa

cerco la verità per capire la mia

fuggita chissà dove

mentre un bacio si eleva fra due visi

lasciando volare il mio pensiero per te.

 

Sergio De Angelis

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